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I Libri di Thoth lo scritto degli Dei
Considerato l’inventore della scrittura e
il custode dei segreti dei movimenti del cielo, secondo l’antica
tradizione Egizia a Thot venivano attribuiti vari appellativi tra cui il
più famoso è “Thot, Tre Volte Grande”, da cui deriva il nome in greco
del dio stesso, Ermete Trismegisto.
Figlio di Ra, di cui era anche
consigliere, era il dio della Luna, della sapienza, della scrittura,
della magia, della misura del tempo e della matematica e geometria. Gli
Egizi, che lo raffiguravano con la testa di Ibis, il cui becco somiglia a
una Luna crescente, gli attribuivano anche l’invenzione del calendario
di 365 giorni.
Il mistero che lo circonda è dovuto, soprattutto, ai libri che avrebbe scritto e nascosto.
Un vero enigma
Ma quale potrebbe essere il nascondiglio
di questi libri? E che cosa vi sarebbe scritto? Secondo i “Testi delle
Piramidi”, il dio Thot avrebbe trascritto i misteri dei cieli in alcuni
libri sacri, che poi avrebbe nascosto sulla Terra perché solo i più
degni, tra le generazioni future, li trovassero.
Secondo alcune teorie sarebbero nascosti
in una camera segreta situata al di sotto della Sfinge, ma le ricerche
effettuate con le più moderne tecnologie, sia sotto che nell’area
circostante il monumento, non hanno ancora rivelato la presenza di
cripte sotterranee. Secondo altre teorie, invece, li avremmo sempre
avuti davanti agli occhi. Si tratterebbe dell’intero complesso delle
Piramidi di Giza e della Sfinge che, se esaminato nell’insieme, sarebbe
una copia “terrena” di una situazione astronomica ben precisa
calcolabile grazie alla precessione degli equinozi.
La precessione degli equinozi è un
movimento dell’asse terrestre, simile a quello di una trottola, che ne
fa cambiare l’orientamento rispetto alla sfera celeste. E’ una rotazione
talmente lenta che, per compiere un giro su se stesso, l’asse terrestre
impiega quasi 26000 anni, durante i quali la posizione delle stelle
sulla sfera celeste cambia, per poi tornare al punto di partenza.
Un calendario di catastrofi?
L’intento degli antichi sarebbe stato
quello di trasmettere ai posteri il modo per calcolare la fine di ogni
ciclo precessionale, solitamente accompagnato da catastrofi planetarie.
Per questo eressero costruzioni talmente imponenti da resistere al
peggiore dei cataclismi, monumenti nelle cui proporzioni matematiche e
allineamenti astronomici, era contenuto un messaggio che, in questo
modo, sarebbe sopravvissuto al trascorrere dei millenni.
In ogni caso l’enigma sull’esistenza dei
libri di Thot è, per ora, destinato a rimanere tale anche perché,
anticamente la conoscenza veniva trasmessa per via orale.
Il Primo Tempo
II documento più antico che ci parla di
una camera segreta situata nella necropoli di Giza, è il cosiddetto
Papiro Westcar, conservato al Museo di Berlino. In tale camera, secondo
alcuni studiosi, sarebbero contenuti i Libri di Thot. Il “Testo del
Sarcofago” ci parla invece di un “qualcosa” che conterrebbe le
emanazioni di Osiride, sigillato nell’oscurità e circondato dal fuoco.
Da anni alcuni ricercatori propongono una teoria secondo la quale i
Libri di Thot non sarebbero altro che gli Archivi di Atlantide, così
come gli stessi dei Egizi ne sarebbero i superstiti, arrivati in Egitto
nel cosiddetto “Primo Tempo”. Ma a prescindere da tutte le ipotesi,
alcune delle quali veramente fantasiose, forse qualche colpo di scena ce
lo dobbiamo aspettare anche perché, come sappiamo, l’Egitto è una
specie di scatola cinese che si apre ad orologeria quando meno te lo
aspetti.
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