La ricerca sulla Biblioteca di Alessandria ci porta necessariamente ad
approfondire il legame tra il sapere classico proprio dell'antica grecia
e le sue origini esoteriche provenienti dalle conoscenze occulte dei
sacerdoti egiziani, molto probabilmente contenute nei testi e nei
documenti presenti nella Biblioteca.
Vi propongo di seguito un articolo dove viene appunto descritta
l'origine egiziana del sapere ellenico dei grandi filosofi classici
dell'antica grecia.
L'articolo mi ha inoltre colpito per la grande attinenza con quanto
sostenuto nelle teorie e nelle ricerche del Progetto Atlanticus, del
quale rappresenta una buona sintesi (seppur con alcune divergenze)
Ermete Trismegisto/Thot
I Greci conglobavano le religioni dei popoli con cui entravano in
contatto, per poi modificarle mano a mano e farle proprie; forse avevano
capito che gli dèi erano sempre gli stessi per tutti, e che si
spostavano in lungo e in largo sulla terra a loro piacimento.
Così pensavano, dando loro un nome diverso, di appropriarsene
legittimando la sacralità della Grecia e, per i propri eroi (che
godevano generalmente della protezione di una divinità), l'origine
divina. Alcuni dèi apparivano all'improvviso assumendo sembianze diverse
per non essere riconosciuti, altri si manifestavano direttamente, e uno
in particolare solcava i cieli: Ermes, il messaggero degli dèi.

Ermete Trismegisto (Ermete tre volte grande) ha tramandato fino al
giorno d'oggi una serie di rivelazioni riguardo grandi "misteri" come
l'antropogonia, la teosofia, l'escatologia, la cosmogonia, senza
tralasciare la medicina, la matematica, l'astronomia e altre scienze
fondamentali per l'evoluzione di una razza intelligente. Attraverso una
serie di trattati, dialoghi e riferimenti a scritti di eruditi famosi,
il retaggio ermetico viene raccolto e diffuso sotto il nome di "Corpus
Hermeticum", attribuendo a Ermete la paternità dello stesso.
Non si tratterebbe tuttavia di Ermete/Thot, ma di un suo nipote, cui era stato dato il nome del famoso nonno.
E poiché l'opera è ambientata in Egitto e viene proposta in forma di
"dialoghi", ecco che vengono citati personaggi come Iside (Isi/Sothis),
lo sposo-fratello Agathos Daimon (Osiride/Kneph), il loro unico figlio
Horus (Aurus/Oro), Asclepio (Esculapio/Imhotep/Imouthes), Ammone
(Amon/Khnun) e molti altri. E naturalmente lo stesso Ermete, essendo
l'interlocutore principale. Spiccano anche alcuni personaggi mai citati
altrove come Poimandres, il sacerdote Bitys e un figlio di Ermete/Thot
di nome Tat.
Si ritiene comunemente che il testo geroglifico originale sia stato
tradotto in greco dai sacerdoti egizi, una volta resisi conto, con
l'arrivo dei Tolomei, che il greco stava diventando la lingua di uso
diplomatico, destinata a far scomparire quella autoctona. Con questa
ipotesi sembra possibile che per una traduzione di tale importanza si
fossero avvalsi della collaborazione di qualche erudito greco ospite in
Egitto.
Dovendo tradurre un codice antico, in parte sicuramente criptato, in
modo che mantenesse le caratteristiche della consueta dualità, il testo
egizio avrebbe dovuto dire cose comprensibili a tutti gli eruditi
(specialmente quelli greci), ma avrebbe dovuto rivelare il "vero"
contenuto solo a chi sarebbe stato in grado di comprenderlo e di usarlo.
E questo sarebbe fatalmente avvenuto al momento opportuno, quando
l'umanità sarebbe stata pronta.
La figura di Thot - "il grandissimo" - è strettamente legata
all'Ermetismo, essendo Thot il dio egizio legato alla "Conoscenza
Nascosta". Associato alla Luna (con cui aveva barato al gioco del senet
per strapparle i famosi cinque giorni epagomeni), alla scrittura
(inventore dei geroglifici), alle scienze in generale, Thot era anche il
dio della medicina e dell'astronomia (misuratore dei cieli e
conoscitore delle stelle); collegato all'aldilà, presiedeva al rito
della pesatura dell'anima del defunto (la bilancia era una sua
invenzione).
In alcune regioni dell'antico Kemet, Thot era colui che aveva dato
origine alla vita sulla terra... la divinità suprema. Aveva dimostrato
di essere intelligente, furbo e, se necessario, capace di imbrogliare...
Ci sono inoltre molte similitudini tra il mito di Ermete e quello di
Enoch. E tra il "Corpus Hermeticum" e il "Libro di Enoch". L'unica
differenza sostanziale sembra essere il fatto che Ermete tradusse gli
scritti del suo omonimo nonno, mentre Enoch li scrisse di suo pugno al
ritorno dal cielo.
Nessun commento:
Posta un commento